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GIOVANNI LETO
Nasce a Monreale, in provincia di Palermo, nel 1946. Nel 1964 lascia la Sicilia per frequentare l’Accademia di Brera. Rientrato a Palermo prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti e porta avanti le sue ricerche astratto-informali. Nel capoluogo siciliano, inaugura, nel 1966, la sua prima personale in occasione dell’apertura della libreria Einaudi in Viale Libertà. Consegue il diploma d’Accademia nel 1968. Si trasferisce a Bagheria, dove frequenta il poeta Ignazio Buttitta, stringe amicizia con il figlio Pietro e conosce il poeta futurista Giacomo Giardina. Nasce la serie “Memorie al presente” e “Come segni di un diario”, opere in linea con le sperimentazioni iniziate durante gli anni Sessanta, che delineano l’interesse di Leto per il collage. Nel 1984 la sua produzione, sempre più caratterizzata dall’inserimento di materiali au delà de la peintura all’interno del “campo” pittorico, è tesa a definire una nuova spazialità. Realizza le opere della serie “L’eros del tatto”, frequenta ed espone le sue creazioni presso la Galleria Ezio Pagano di Bagheria ed entra in contatto con l’ambiente artistico che vi ruota intorno. Sono gli anni di “Elementi in Superficie”, “Cornici dipinte e fasciate” e “Corda”, opere significative per gli sviluppi futuri della sua ricerca spaziale. Nel 1985 Giovanni Leto realizza i suoi primi Orizzonti. Sono creazioni costituite prevalentemente di pagine di giornale tattilmente attorcigliate e incollate sul piano dell’opera a formare serrate stratificazioni orizzontali, landscape oggettuali in cui l’istanza di una nuova spazialità, presente da sempre nella ricerca di Leto, approda ad una svolta decisiva, tutta improntata di fisicità e carnalità. Espone in diverse mostre personali, presentate imponendosi all’attenzione della critica nel più vasto panorama dell’arte italiana. Giuseppe Frazzetto, Giorgio Di Genova, Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Pier Restany, Francesco Vincitorio, Lia De Venere, sono tra i primi ad apprezzarne il lavoro. Giorgio Di Genova, lo invita alla Salerniana di Erice “Ricognizione anni 1980-85”; Giuseppe Frazzetto lo inserisce nella mostra “Corde dell’arpa” all’università di Catania e nella mostra “De la Séduction”, sempre a Catania, insieme a Hsiao Chin e Michele Cossyro; Marcello Venturoli, dopo averlo segnalato su Flash Art come uno degli artisti più interessanti, cura una sua personale a Messina, alla galleria Hobelix. Nel 1986 il Museo Guttuso di Bagheria acquisisce nella collezione una sua grande opera, “Orizzonte delta”; in Abruzzo partecipa alla collettiva Arte e territorio; Sergio Troisi lo invita a “Siciliana - Rassegna d’Arte Contemporanea” che si tiene a Caltanissetta. Gli avvenimenti e le gratificazioni professionali si susseguono. Nel 1988 è all’Arte Fiera di Bologna. Nello stesso anno partecipa alla Biennale del Sud, a Napoli, curata da Michele Bonuomo, Vitaliano Corbi, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, Pierre Restany e Lea Vergine. Ancora nell’’88, l’Amministrazione Comunale di Monreale ne promuove un’antologica, “Geologia dell’Altrove”, curata da Giorgio Di Genova. A Bagdad all’International Festival of Art 1988, è presente nel padiglione italiano insieme agli artisti Giovanni Barucchello, Nado Canuti, Pasquale di Fabio, Novello Finotti, Sergio Floriani, Paolo Pratali, Giovanni Soccol, Tito Amodel e Walter Valentini. Nel 1989, partecipa alla XXXIV Mostra Nazionale alla Galleria Civica di Termoli curata da Enzo Santese, quindi, con Tomaso Binga, Vitaldo Conte, Silvio Guardì e William Xerra, espone nella mostra Sottosuolo del linguaggio, curata da Filiberto Menna e Francesco Gallo, alla Galleria Ezio Pagano di Bagheria. Nell’anno successivo, a Roma, espone nella collettiva Ausonia, allestita al Centro Di Sarro. In questi anni ricca è anche la sua produzione. Realizza la serie dei “Pozzi”, “Triangoli”, “Rombi”, “Cerchi”, opere i cui formati rimettono ulteriormente in discussione l’idea di pittura intesa come “finestra ritagliata sul mondo”. Numerosi in questo decennio sono anche le esposizioni in Italia e all’estero. Lungo questi anni si occupano del suo lavoro con saggi e testimonianze critiche, oltre ai nomi precedentemente citati, Vittoria Coen, Sausen Faisal el-Samir, Luciano Caramel, Francesco Carbone, Emilia Valenza, Lucio Barbera, Guglielmo Gigliotti, Paola Nicita, Toti Carpentieri, Angelo Dragone, Monica Mantelli, Marcello Palminteri. Enrico Crispolti lo cita anche nel volume “La Pittura in Italia – Il Novecento / 3 le ultime ricerche”, edito nel 1994 dalla Electa. Più tardi, nel 1999, è inserito nella classifica “I migliori 100 artisti italiani degli ultimi quarant’anni”, pubblicata dalla rivista Flash Art, n. 215 (aprile 1999), in compagnia di Piero Manzoni, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Maurizio Cattelan ed altri artisti di rilievo internazionale. E’ nell’elenco degli artisti “Il Meglio del 2000”, pubblicato nel Giornale dell’Arte n. 195 (gennaio 2001), insieme a, per citarne alcuni, Jeff Koons, Fausto Melotti, Ed Templeton, Luciano Fabro, Marisa Merz. Nel 2004, il Comune di Bagheria gli dedica un’ampia antologica al Museo Renato Guttuso - Villa Cattolica, presentata in catalogo da Enrico Crispolti ed Anna D’Elia. Nel 2005, con Carla Accardi, Renato Guttuso, Antonietta Raphael Mafai, Mario Schifano, Pippo Rizzo, il fotografo Ferdinando Scianna ed altri artisti di rilievo, espone a Parigi nella mostra “L’Echange - III Salone Internazionale di Arti Plastiche e Figurative. Nel 2005 il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 “G. Bargellini”, di Pieve di Cento, acquisisce due sue opere nella Collezione Permanente - Generazione anni ‘40.  Sue opere figurano al Museo “Renato Guttuso” di Villa Cattolica a Bagheria (Palermo), al Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 “G. Bargellini” a Pieve di Cento (Bologna), alla Civica Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Sulmona (L’Aquila), al “Museum” di Bagheria (Palermo). Attualmente vive a Bagheria.

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