FRANCESCO IMPELLIZZERI
MUOVITI MUOVITI
a cura di Marcello Palminteri e Gabriele Perretta
26 SETTEMBRE - 26 OTTOBRE 2024
“Di fronte a noi – scrive Gabriele Perretta – stanno eventi di tutti i tipi, imprevedibili. Non possiamo fare altro che puntare una “macchina del vedere” e mantenere l’apertura telescopica su questo mondo virtuale, nella speranza che alcuni di questi eventi abbiano il garbo di lasciarsi riprendere. La pratica espositiva di Francesco Impellizzeri può essere questo soltanto: un’esca tesa nella speranza che la realtà sia abbastanza ingenua da lasciarsi prendere”. La sfida della mostra è rivolta ai cattivi ideali che ordinano, misurando e orientando ragioni ed emozioni col metro di una universale omogenizzazione artistica, nell’oblio consolatorio della selezione di opere ed operati che ci costituisce, in quanto “performer” finiti e dipendenti. La posta in gioco di “Muoviti Muoviti” è la consapevolezza che proprio questa ineludibilità, in quanto tale, va a costituire la forza di una soggettività artistica, di una esperienza estetica che, nell’esercizio dell’evidenza, rende possibile la “(ri)conversione pop”, resistendo a quell’eccesso di governo che, come ci dice Perretta, troppo facilmente si traduce in violenza e occultamento dell’opera e dell’operato “altro/a”.
Impellizzeri – come sottolinea Marcello Palminteri – ci invita a leggere trenta opere realizzate tra il 2011 e il 2024 in cui, attraverso la contaminazione di oggetti e materiali diversi, si spalanca un teatro immaginario e in cui prevalgono elementi ludici, ironici, talvolta grotteschi: una dimensione kitsch e pop reinventa il suono e la parola, condizionando la visione, invitando lo spettatore a diventare parte dell’opera, riconoscendosi come attore o come comparsa. Come ci si pone davanti alle opere di Impellizzeri? Criticamente o prendendosi in giro? Cedendo al doppio senso o analizzandone le componenti sociali, politiche, religiose? Le opere dell’artista vivono di una stratificazione non solo tecnica ma soprattutto concettuale e una lettura univoca o superficiale sarebbe certamente ingannevole.
Una particolare chiave di lettura di “Muoviti Muoviti” e delle sue sollecitazioni possiamo rintracciarla nel divertissement che Impellizzeri intreccia in un gioco di rimandi semantici che si snodano attorno al ruolo che l’immagine svolge nella sua relazione al reale. Decostruendo i vecchi codici pop, coniugando visione ed esperienza insidiosa, il mediale rende infatti possibile la costruzione di un diverso rapporto col reale, dove non risuona più l’immagine dell’accertamento, ma il movimento della problematicità dell’esperienza che ci lega agli altri.